Il Cane da Montagna dei Pirenei

Descrizione


ASPETTO

L’origine del Cane da Montagna dei Pirenei, così come quella degli atri grandi cani custodi degli armenti, va fatta risalire ai cani dell’Asia Centrale, il cui parente più prossimo può essere individuato nel Mastino Tibetano.

Appartiene al gruppo dei molossoidi, e questa è la principale caratteristica che lo contraddistingue dal Pastore Maremmano Abruzzese, con cui tuttavia condivide le antichissime origini.

A differenza della maggior parte dei guardiani delle greggi, il Cane da Montagna dei Pirenei è stato impiegato nei secoli anche in altre funzioni che ne hanno contraddistinto l’indole lavorativa; ad esempio l’impiego quale custode dei castelli presso i nobili di Francia, allargando così il senso della funzione di guardiania verso una dimensione più ampia e territoriale.

Esemplari de “La Cascade de Couplan”

Il Cane da Montagna dei Pirenei si presenta come un cane imponente, di grande mole ma, al contempo, mai privo di eleganza e di una certa agilità, a differenza di altre razze molossoidi.

Il colore del mantello è bianco, spesso mai assoluto ma con una colorazione tendente al giallo/arancione in particolare nella zona delle orecchie; oppure bianco con macchie arancioni o grigio lupo (tasso) presenti sulla testa, sulle orecchie, alla radice della coda e, a volte, sul corpo.

Il maschio ha un’altezza la garrese compresa tra i 70 e gli 80 cm, ma non è raro trovare esemplari ben più alti. Il peso varia dai 50 ai 70 kg. Le femmine, decisamente più piccole, misurano tra i 65 e i 75 cm al garrese e raggiungono un peso che oscilla tra i 40 e i 50 kg.

Il pelo, generalmente fitto per riparare l’animale dalle basse temperature, si presenta lanoso sul petto e dietro le zampe posteriori, a formare le cosiddette “culotte”,  mentre è più lungo, liscio e dall’effetto “scricchiolante” al tatto (pelo vitreo) sulla zona del dorso. Non è raro che il pelo cresca maggiormente nella zona del collo, tanto da formare una vera e propria criniera.

Gli occhi sono a mandorla, dal colore marrone/ambrato, e conferiscono al cane uno sguardo sognante definito “sguardo pirenaico”.

Nonostante appartenga la gruppo dei molossoidi, il Cane da Montagna dei Pirenei presenta, sopratutto in alcune selezioni, un muso allungato, tanto da apparire un lupoide.

Gli arti posteriori presentano entrambi il caratteristico doppio sperone, che si pensa sia volutamente selezionato per permettergli maggiore stabilità nella neve. Tuttavia, la non chiara funzionalità dello stesso farebbe pensare più a una selezione utile a differenziarlo da altre razze simili, quali il Pastore Maremmano Abruzzese.

La coda, a riposo, viene portata pendente, preferibilmente con la punta a formare un uncino. Quando il cane è in attenzione, la coda viene alzata sul dorso a formare un cerchio stretto con la sola estremità a toccare il rene; tale configurazione, secondo un’antica espressione dei pastori pirenaici, viene chiamata “arroundera”.

Le orecchie sono piccole, triangolari e poste a livello degli occhi. Vengono portate piatte contro la testa, e più alte quando il cane è in attenzione.

L’andatura non è mai pesante. Nonostante la mole, il cane presenta movimenti ampi e rapidi, tali da conferirgli una certa eleganza, al punto che il passo, spesso sostenuto e sulle punte, agli occhi dei più romantici potrebbe apparire quello di un ballerino che entra in scena.

Altre caratteristiche più specifiche sono riportate all’interno dello standard.

CARATTERE

A livello di indole, benché sia difficile prescindere dalla personalità del singolo esemplare e dalle condizioni sociali in cui questo si trova a vivere, è possibile tuttavia provare a individuare alcuni aspetti caratteriali mutuati dalle selezioni avvenute nei secoli.

Si presenta come un cane rustico, robusto e solido, con una forte tempra e sicurezza in se stesso, tanto da conferirgli una grande autonomia innata. Per tale motivo, è un cane che richiede un approccio e un livello di comunicazione di non sudditanza, ma, al contrario, che venga trattato con grande rispetto, definendo, sin da cuccioli, il suo ruolo preciso all’interno della famiglia e il suo spazio; il tutto senza coercizione, ma facendo in modo che il cane si trovi a suo agio nel proprio territorio.

Utilizzato per assicurare da solo la protezione delle greggi contro gli attacchi dei predatori, la selezione si è basata sulle sue attitudini per la guardia e la dissuasione, così come sul suo attaccamento al gregge. Le principali qualità che ne risultano sono la forza e l’agilità, così come la dolcezza e l’attaccamento a ciò che protegge. Questo cane da protezione ha una propensione all’indipendenza e un senso di iniziativa che richiedono da parte del suo proprietario una certa autorità. 

Esemplari de “La Cascade de Couplan”

Proprio per il ruolo di protezione che gli è stato riservato fin dai tempi più remoti, non può essere timido o pauroso, ma neppure aggressivo nei confronti degli esseri umani, in particolare se si trovano fuori dal suo territorio. Deve essere equilibrato, più dissuasivo che rissoso, e intervenire solo quando il suo discernimento, unito al senso della proprietà e del territorio, lo spingono ad agire autonomamente. 

Nonostante la fisicità prestante, se ben educato, riesce a ponderare la propria forza a seconda dei casi, dimostrandosi particolarmente attento nei confronti dei bambini e degli animali più piccoli.

Verso i cani sconosciuti è bene fare attenzione negli approcci; è un ottimo comunicatore, chiaro ed efficace, e se si tratta di un soggetto equilibrato è in grado di essere molto gentile e delicato, come anche estremamente autorevole, senza però eccedere nell’aggressività. 

La motivazione predatoria non è tra le sue caratteristiche più spiccate, mentre la guardiania è sicuramente il suo ambito; motivo per cui ha assolutamente bisogno di vivere in contesti ampi dove gli sia data la possibilità di appagare il suo “spirito guardiano”; non è infatti raro vederlo arroccato su punti elevati da cui gli è possibile tenere sotto controllo lo spazio affidatogli.

È un cane che deve essere accolto per la propria natura quindi, quella di guardiano. È pertanto bene garantirgli uno spazio esterno ampio in cui esprimere la propria indole, senza preoccuparsi di lasciarlo al freddo; è selezionato per resistere a temperature molto basse, mentre, al contrario, soffre il caldo, così come quello da appartamento, per cui non è indicato.

Anche i contesti cittadini mal si adattano alla razza. I troppi rumori e gli stimoli olfattivi dei centri urbanizzati possono, non di rado, svolgere un’azione di disagio nei confronti del cane.

La sua grande autonomia, proprio dovuta a una selezione secolare che lo ha portato a gestire da solo situazioni di guardia e difesa degli armenti, non prevede un addestramento di tipo classico, come invece può avvenire per altre razze di cani, quali ad esempio i pastori. È pertanto bene ribadire che lo sviluppo caratteriale del cane deve avvenire nel pieno rispetto della sua natura, senza trattarlo come un subordinato ma come elemento alla pari all’interno del suo contesto sociale, anche se ben indirizzato, e con fermezza, ai suoi spazi e al suo ruolo.

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