Il Cane da Montagna dei Pirenei

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La grande diffusione che il Cane da Montagna dei Pirenei sta vivendo negli ultimi anni, capovolgendo un destino che pareva segnato per un cane che, a cavallo tra il XIX e il XX secolo, ha visto vicina la propria estinzione, ha ragioni molto distinte fra loro, se non diametralmente opposte.

Da un lato, la fortunata serie televisiva francese del 1965, che seguì l’opera di narrativa ispiratrice di Cécile Aubry, “Belle et Sébastien”, contribuì a far crescere oltralpe l’interesse per una razza che, al termine del primo conflitto mondiale, si era ridotta a poche decine di esemplari. Un successo mediatico che si allargò nel mondo negli anni ’80, a seguito della serie animata giapponese che aveva per soggetto sempre il romanzo di Aubry, per poi giungere al culmine con la serie di lungometraggi francesi iniziati nel 2013.

Dall’altro, il ritorno del lupo sulle Alpi, anche a seguito di una politica di tutela dell’Unione Europea, ha fatto sì che i pastori si dotassero di cani capaci di fronteggiare il predatore e, allo stesso tempo, poter essere individuati al buio grazie a un manto chiaro. E quale miglior candidato se non il Cane da Montagna dei Pirenei?

Impossibile poi non ricordare il contributo più importante, quello che arrivò a partire dal 1923, quando prese vita la “Réunion des Amateurs de Chiens Pyrénéens” (R.A.C.P.), con l’intento, pienamente riuscito, di salvaguardare la razza e arrivare a redigere il primo standard ufficiale.

Risulta da subito lampante che, in un contesto di diffusione della razza dovuta a motivi così diversi, la conoscenza su questi cani può risultare equivoca. Troveremo i cosiddetti “puristi” dei cani da guardiania, secondo i quali la razza nasce come cane da protezione delle greggi, e tale deve essere intesa, senza alcuna sfumatura. Al tempo stesso, prende sempre più piede la visione di quelli che potremmo definire “romantici”, ossia coloro che, proprio sull’onda dei sentimenti trasmessi dai mezzi di comunicazione di massa, vogliono vedere questo enorme cane bianco come un orsacchiotto da coccolare, e che per questo difficilmente potrà creare problemi.

La verità? Bene, eccoci giunti al senso di questo sito. La verità non sta né da una parte né dall’altra. Perché proprio il cane, il primo essere animale addomesticato dall’uomo, per sua natura è altamente idoneo a subire le mutazioni, fisiche e caratteriali, che proprio noi umani vogliamo dar loro; ma purtroppo, soprattutto negli ultimi decenni, anche con risultati pessimi che hanno visto l’animale trasformarsi in uno stupendo soggetto da esposizione, ma a volte con gravi carenze fisico-scheletriche. Nonostante questo, rimane comunque fuorviante essere intransigenti rispetto l’una o l’altra visione che si vuole adottare nei confronti di questa razza. Al contempo, riteniamo sia impossibile prescindere da una buona conoscenza di una razza canina unica nel suo genere, con alle spalle una storia che, nei secoli, ne ha forgiato tempra e aspetto.

Come amanti di questa straordinaria razza, crediamo sia giusto provare a ripercorrere la storia del Cane da Montagna dei Pirenei per quanto la documentazione ce lo permette, e ipotizzarne la sua “preistoria” (intesa come periodo storico non documentato in chiave diretta dall’uomo) per tentare di dare una visione il più chiara possibile, appoggiandoci anche ad alcuni importanti studi fatti sulla razza, al fine di conoscerla oltre ai cliché di cui ormai siamo abituati.

Il sito, tramite il proprio canale di posta elettronica, sarà felice di accogliere i vostri commenti e suggerimenti su quanto qui riportato, ed eventualmente correggere o integrare le parti che si riterrà richiedano una revisione.

In ultimo, si precisa che questo sito non vuole fornire spazio per pubblicizzare allevamenti o cucciolate. Il fine non vuole essere di tipo commerciale, per poter così garantire una visione del tutto distaccata da qualsiasi interesse economico di parte.

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